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9 Giugno 2011ULSS n. 3 – Bassano del grappa
17 Giugno 2011MALATTIA DI GAUCHER: COMPIE 20 ANNI LA PRIMA TERAPIA ENZIMATICA SOSTITUTIVA
Era il 1882 quando un medico francese nella sua tesi dottorale descrisse per la prima volta la malattia di Gaucher come una rara patologia ereditaria, che oggi si stima colpisca circa 10.000 pazienti in tutto il mondo, causata dal difetto di un enzima che determina l’accumulo di cellule sovraccariche di lipidi (denominate cellule di Gaucher) in diverse parti del corpo e, conseguentemente, ingrossamento abnorme di milza e fegato, anemia, facilità alla comparsa di ecchimosi o sanguinamento eccessivo, malattia ossea e numerosi altri segni e sintomi.
Bisognerà però attendere più di un secolo per l’avvio del primo studio clinico: è infatti il 1984 quando, grazie soprattutto alla caparbietà di una mamma del Massachusetts e di un gruppo di giovani ricercatori, si comincia a sperimentare l’utilizzo di alglucerasi: un enzima in grado di sostituire l’enzima mancante, preparato a partire da placenta umana.
“Quando negli anni 80 è stato presentato l’enzima, sembrava un’idea folle – spiega Riccardo Palmisano Amministratore Delegato e Direttore Generale di Genzyme in Italia – Ma la collaborazione tra i nostri ricercatori nel Massachussetts e il National Institute of Health americano, nel 1983 ha reso possibile l’infusione al primo bambino affetto da Malattia di Gaucher, oggi adulto, sposato e con una normale aspettativa di vita”.
E’ dunque soprattutto grazie all’intuizione e alla ferma volontà di pochi giovani ricercatori, che nel 1991 l’azienda biotech Genzyme ha portato in clinica la prima Terapia Enzimatica Sostitutiva (ERT) al mondo. Questo trattamento è stato in grado non solo di cambiare la storia naturale della malattia ma lo stesso destino dei pazienti Gaucher, aprendo al contempo la strada a nuovi trattamenti per malattie rare fino a quel momento prive di qualsiasi risposta terapeutica efficace.
“Da allora sono passati 20 anni, l’alglucerasi è diventato imiglucerasi (una copia del precedente enzima ma prodotto con un metodo noto come “tecnologia del DNA ricombinante”) – spiega il Prof. Bruno Bembi, Direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare, Ospedale Universitario “S. Maria della Misericordia” di Udine, che il 4 maggio del 1991 iniziò, per la prima volta in Europa, il trattamento in quattro bambini italiani – I dati fino ad oggi raccolti sulla ERT (Terapia Enzimatica Sostitutiva) per la malattia di Gaucher, con oltre 5.000 pazienti trattati nel mondo, possono confortare medici e pazienti non solo sull’efficacia ma anche sulla sicurezza del trattamento, in grado di intervenire efficacemente nel controllo dei sintomi della malattia.”
Nonostante questi importanti risultati, Genzyme continua ad investire in ricerca su una patologia per la quale è detentrice dello standard di cura e annuncia nuovi, promettenti studi.
“Stiamo attivamente arruolando pazienti in tre studi clinici registrativi internazionali su eliglustat tartrato, la nuova terapia orale sperimentale che Genzyme sta sviluppando contro la malattia di Gaucher di tipo I – continua Riccardo Palmisano – Si tratta del più vasto programma clinico multicentrico mai intrapreso su questa patologia, al quale partecipano, in 25 Paesi, oltre 50 centri, tra i quali ben 3 italiani. Questa alternativa terapeutica sarà più vantaggiosa per i pazienti adulti affetti da malattia di Gaucher di tipo I, allargando le opzioni a disposizione dei medici per il conseguimento degli obiettivi terapeutici individuali.”
Il forte interesse da parte del mondo scientifico per questo ultimo studio va oltre la terapia specifica in quanto rappresenta la validazione di un modello terapeutico che potrà essere trasferito ad altre malattie lisosomiali. Infatti, così come la Terapia Enzimatica Sostitutiva per la malattia di Gaucher ha aperto la strada allo sviluppo di altre terapie enzimatiche sostitutive, appare probabile che farmaci somministrabili per bocca e con meccanismi d’azione simili a quelli in sperimentazione, possano trovare applicazione anche nel trattamento di altre patologie che, come la malattia di Gaucher, sono rare, gravemente invalidanti e, se non prontamente trattate, precocemente fatali.