Sono Rare ma Comuni,
sono quelle Malattie Metaboliche Ereditarie
con cui nasce più di un neonato ogni diecimila
Fenilchetonuria (PKU)
prevalenza 1:4000 (Italia)
La fenilchetonuria (PKU) è una patologia del metabolismo degli aminoacidi che compare nei bambini nati senza la capacità di degradare normalmente un aminoacido detto fenilalanina. La fenilalanina, tossica per il cervello, si accumula nel sangue. La fenilchetonuria si verifica quando i genitori trasmettono alla prole geni difettosi che causano il disturbo.- La fenilchetonuria è causata dall’assenza dell’enzima necessario per convertire la fenilalanina in tirosina.
- I sintomi includono deficit intellettivo, convulsioni, nausea, vomito, eruzione cutanea tipo eczema e odore corporeo di topo o di muffa.
- La diagnosi si basa su un esame del sangue.
- I bambini con diagnosi e trattamento precoci in genere hanno uno sviluppo normale.
- Una dieta controllata povera di fenilalanina consente normali crescita e sviluppo.
Cistinuria
prevalenza 1:7000 (globale)
La Cistinuria un disturbo raro del trasporto degli aminoacidi nei tubuli renali, caratterizzato dalla formazione ricorrente di calcoli renali di cistina.
Il trattamento si basa su vari approcci che mirano a prevenire la formazione o l'aumento di dimensioni dei calcoli: intensa idratazione per ridurre l'osmolalità urinaria della cistina, alcalinizzazione delle urine per aumentare la solubilità della cistina (in particolare con il citrato di potassio), e terapie farmacologiche che legano la cistina (alfa-mercaptopropionilglicina o tiopronina, e d-penicillamina) per abbassare i livelli di cistina libera nelle urine. La misurazione della frazione libera della cistina nelle urine permette la titolazione del trattamento con farmaci leganti la cistina. Gli effetti collaterali della d-penicillamina e della tiopronina, in particolare la proteinuria, sono comuni e richiedono un monitoraggio regolare con il test su striscia reattiva. Gli effetti collaterali spesso portano a sospendere il trattamento e rendono necessaria l'integrazione di zinco, rame e/o vitamina B6. Negli adulti e negli adolescenti, la dieta a ridotto contenuto di proteine non è molto efficace. Quando un calcolo di cistina è ancora di piccole dimensioni (inferiori ai 12 mm), è indicata la litotrissia extracorporea a onde d'urto, anche se è poco efficace a causa della consistenza dei calcoli di cistina. Per i calcoli di dimensioni maggiori, è necessaria la frammentazione mediante laser o la nefrolitotomia percutanea.
Prognosi
La prognosi è favorevole. Molto raramente, una scarsa compliance da parte del paziente, la ricorrenza dei calcoli e i conseguenti interventi esitano nell'insufficienza renale.
... e quelle per cui si fa poco o zero screening alla nascita?
Ci sono MME che, seppure abbiano una terapia efficace quanto prima iniziata e disponibile, non vengono incluse tra le malattie che vengono ricercate alla nascita tramite lo screening neonatale. Ce ne sono altre che, pur essendo relativamente frequenti, non hanno ancora una terapia efficace in grado di eliminare i sintomi, ed altre ancora che hanno iniziato ad avere lo screening neonatale recentemente in tutta Italia e di cui si stanno trovando molti più pazienti di quanto si immaginasse in passato.
La letteratura scientifica indica più MME di cui lo screening neonatale viene implementato da poco e raramente, come malattie di cui è altamente probabile una sottostima rispetto alla prevalenza.
Cosa vuole dire questo? Che ci sono MME, di cui soffrono molte più persone di quanto la scienza riesca oggi a tracciare.
Spesso condizioni disabilità, ritardi mentali, problemi neurocognitivi, vengono diagnosticati senza causa e, quindi, senza terapie efficaci che modifichino la degenerazione di una eventuale malattia metabolica rara.
Acidurie organiche
Tra i difetti del metabolismo degli amminoacidi, rientrano le acidurie organiche. La diagnosi precoce rappresentata dallo screening neonatale, che in Italia si fa per queste dal 2016, rappresenta l’opportunità per le persone che nascono con questo gruppo di malattie di avere una prognosi migliore.
La PA è causata dalle mutazioni nei geni PCCA (13q32) o PCCB (3q21-q22), che codificano per le subunità α e β della propionil-CoA carbossilasi.
Metodi diagnostici
Lo screening neonatale allargato identifica la PA rilevando i livelli elevati di propionil carnitina. Durante lo scompenso metabolico, i casi sintomatici presentano acidosi, chetosi, aumento del gap anionico, iperlattatemia, iperglicinemia, iperammoniemia, ipoglicemia e citopenia. L'analisi delle urine mediante gascromatografia-spettrometria di massa rivela un profilo caratteristico, con 3-idrossi-propionato, metilcitrato, propionil glicina e propionil carnitina, che permane tra le crisi. La conferma della diagnosi si basa sulla determinazione del deficit dell'attività enzimatica o la dimostrazione di mutazioni nei geni PCCA o PCCB.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con la sepsi neonatale, altre acidurie organiche a catena ramificata, la stenosi pilorica o altre cause comuni di acidosi da aumento del gap anionico. Nella forma cronica infantile, il ritardo della crescita, il vomito cronico e la neutropenia possono simulare l'intelloranza al latte vaccino, la celiachia (si veda questo termine) o le immunodeficienze.
Diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale può essere posta mediante il dosaggio di propionil carnitina, metilcitrato e 3-idrossi-propionato nel liquido amniotico o l'analisi del DNA o il saggio enzimatico diretto, nelle famiglie con mutazione nota.
Presa in carico e trattamento
La conferma della diagnosi non è indispensabile per iniziare il trattamento. La principale strategia di trattamento di una crisi è rappresentata dall'inversione del catabolismo, che avviene interrompendo l'assunzione di proteine e assumendo calorie non proteiche sotto forma di liquidi per via endovenosa. L'iperammoniemia è trattata mediante la somministrazione di benzoato di sodio, carbamil glutammato o l'emodialisi. La pietra angolare del trattamento a lungo termine dei pazienti con PA è rappresentata dalla presa in carico nutrizionale, in particolare dalla limitazione delle proteine. La crescita deve essere monitorata con regolarità. L'integrazione di carnitina agevola la disintossicazione. Il quadro cognitivo può essere migliorato evitando lo scompenso metabolico e trattando tempestivamente gli episodi con terapia standard.
Prognosi
La diagnosi ed il trattamento precoci hanno permesso di ridurre il tasso di mortalità nel primo anno di vita e migliorare i tassi di sopravvivenza nella prima e media infanzia, anche se rimane elevata la morbilità in relazione alle anomalie dello sviluppo cognitivo. Tuttora si dibatte la possibilità di eseguire il trapianto di fegato precocemente, durante l'infanzia, al fine di migliorare la prognosi.
Descrizione clinica I segni clinici comprendono letargia, ritardo della crescita, vomito ricorrente, disidratazione, distress respiratorio e ipotonia muscolare, ma anche ritardo dello sviluppo, deficit cognitivo, epatomegalia e coma. Le conseguenze a lungo termine della malattia comprendono il danno neurologico da infarto intestinale, che interessa il tronco encefalico, e l'insufficienza renale terminale. La malattia può rispondere oppure essere refrattaria al trattamento con vitamina B12 (acidemia metilmalonica refrattaria o sensibile alla vitamina B12). I pazienti con mut0 o cblB tendono a essere affetti in modo più grave rispetto a quelli con cblA, cblDv2 o mut-.
Dati eziologici
L'acidemia metilmalonica sensibile alla vitamina B12 è dovuta ai difetti della sintesi dell'adenosilcobalamina (AdoCbl), che originano da difetti genetici nel metabolismo della cobalamina (cblA, cblB o cblD-variante 2 [cblDv2]). L'acidemia metilmalonica refrattaria alla vitamina B12 è causata dal deficit completo (mut0) o parziale (mut-) dell'attività dell'enzima mitocondriale metilmalonil-CoA mutasi. cblA è causata da mutazioni del gene MMAA (4q31.1-2), cblB da mutazioni del gene MMAB (12q24.1), cblDv2 da mutazioni di MMADHC (2q23.2), e mut0 e mut- da mutazioni di MUT (6p21). Tutte le forme hanno una trasmissione autosomica recessiva. La forma in precedenza definita cblH è oggi classificata come cblDv2.
Metodi diagnostici Laddove implementata, la diagnosi avviene attraverso lo screening delle macchie di sangue neonatale. Altrimenti, negli individui sintomatici la diagnosi viene sospettata in base alla presentazione clinica. Il test del metabolita o della genetica molecolare conferma la diagnosi. I metaboliti urinari caratteristici includono livelli elevati di N-isovalerilglicina, N-isovalerilcarnitina e acido 3-idrossiisovalerico. L'isovalerilcarnitina (''carnitina C5'') è elevata nel sangue. Gli acidi organici delle urine possono normalizzarsi quando un paziente sta bene.
Diagnosi differenziale
Nei pazienti con scompenso acuto, la diagnosi differenziale include altre acidemie organiche (inclusa l'acidosi lattica), difetti del ciclo dell'urea e sepsi. Allo screening neonatale, ''C5-carnitina'' può anche indicare un deficit di 2-metilbutirril-CoA deidrogenasi; gli acidi organici delle urine ei test molecolari differenziano facilmente i due disturbi.
Diagnosi prenatale
Il test genetico prenatale è possibile quando la mutazione di un probando è stata precedentemente determinata.
Gestione e trattamento
La gestione per tutta la vita è con una dieta a basso contenuto proteico. I bambini con diagnosi di IVA dovrebbero essere indirizzati a un dietologo metabolico che può adattare la dieta per supportare la crescita e lo sviluppo normali. Potrebbe essere necessario integrare con proteine artificiali limitate in leucina. L-carnitina e glicina possono essere prescritte per eliminare l'eccesso di acido isovalerico. Il trattamento di emergenza in periodi di stress metabolico (inclusi malattia e digiuno) è con una dieta anabolica. Ridurre, ma non eliminare, le proteine naturali nella dieta per 12-24 ore può essere d'aiuto, ma solo se si possono somministrare ulteriori calorie per promuovere l'anabolismo.
Prognosi
La prognosi per i pazienti diagnosticati dallo screening neonatale è eccellente con il potenziale per un normale esito dello sviluppo neurologico con un'appropriata gestione metabolica. I pazienti che si presentano sintomaticamente possono avere sequele neurologiche significative, compreso il ritardo dello sviluppo neurologico, specialmente se l'acidosi e l'iperammoniemia sono gravi.
Malattie da accumulo lisosomiale
Malattia di Anderson-Fabry
La malattia di Fabry è un difetto del metabolismo dei glicosfingolipidi, dovuto alla riduzione o assenza di attività dell'enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, da mutazione del gene GLA (Xq21.3-q22), che codifica per l'enzima. L'incidenza annuale è di 1/80.000 nati vivi, ma la prevalenza potrebbe essere sottostimata. Se si considerano le varianti a esordio tardivo, la prevalenza proposta è circa 1/3.000.
Malattia di Gaucher
La malattia di Gaucher è una patologia da accumulo lisosomiale secondaria al deficit di glucocerebrosidasi (definita anche glucosilceramidasi o glucosidasi beta acida) o, in alcuni casi, al deficit dell'attivatore proteico della saposina C. La malattia è caratterizzata dalla presenza di depositi di glucosilceramidi (o glucocerebrosidi) nelle cellule reticolo-enditeliali del fegato, della milza e del midollo osseo.
Malattia di Pompe
La Malattia di Pompe è una malattia rara progressiva geneticamente ereditata, vale a dire trasmessa ai bambini quando entrambi i genitori presentano un gene difettoso. Questa malattia provoca debolezza muscolare che si aggrava nel corso del tempo, causando spesso problemi respiratori. Le persone che soffrono di questa malattia sono carenti di un enzima chiamato alfaglucosidasi acida o maltasi acida.
Deficit di OTC
Il deficit di ornitina transcarbamilasi o OTCD è una malattia genetica che interessa il ciclo metabolico dell’uretra. La carenza dell’enzima impedisce la detossificazione da ammoniaca, con conseguenze su tutto l’organismo. Nei casi più gravi, provoca anche complicanze neurologiche.
Si calcola che la malattia colpisca circa 1 nuovo nato su 56.000, soprattutto maschi. In gran parte dei casi, i primi sintomi si manifestano a pochi giorni dalla nascita. Esistono però anche forme a esordio tardivo, più rare.
Deficit di AADC
Il deficit di AADC (o decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici) è una malattia genetica rara che colpisce il cervello. Interferisce con il modo in cui le cellule del sistema nervoso parlano tra loro attraverso i neurotrasmettitori di una persona. Nel deficit di AADC, una mutazione genetica causa una diminuzione della quantità di neurotrasmettitori prodotti dall’organismo.