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11 Aprile 2025Aggiornamento LEA: a che punto è l’assistenza territoriale?
Cometa ASMME – Associazione Studio Malattie Metaboliche Ereditarie accoglie con favore la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale impressa dall'aggiornamento dei Nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e, al contempo, esprime alcune considerazioni critiche sui punti di forza e sulle aree che richiedono un’accelerazione. I dati emersi dalla bozza di DPCM del 18 aprile 2025 e dal Report nazionale LEA II semestre 2024 delineano uno scenario di progresso strutturale, ma anche di forti disomogeneità territoriali e ritardi significativi nell’erogazione di servizi fondamentali oggetto dell'aggiornamento.
Un modello territoriale finalmente definito, ma ancora da completare
La riforma dell’assistenza territoriale, sancita dal DM 77/2022, rappresenta una pietra miliare per il rilancio della sanità di prossimità. L’obiettivo di dotare il Servizio Sanitario Nazionale di “Case della Comunità”, Centrali Operative Territoriali (COT) e Ospedali di Comunità (OdC) è ambizioso e in linea con le migliori pratiche internazionali di integrazione socio-sanitaria. Cometa ASMME sottolinea come la definizione di standard e modelli organizzativi costituisca un presupposto indispensabile per garantire equità di accesso e continuità assistenziale.
Tuttavia, dalle fonti emerge che soltanto il 28 % delle Case della Comunità programmate ha almeno un servizio attivo e solo il 2,7 % rispetta integralmente gli standard obbligatori (servizi, presenza medica e infermieristica). Un’implementazione così incompleta rischia di vanificare la visione di cura integrata e multidisciplinare che i PUA (Punti Unici di Accesso) dovrebbero incarnare.
È cruciale che il Governo e le Regioni non si limitino a “spuntare” obiettivi numerici, ma assicurino formazione, reclutamento e coordinamento delle équipe multidisciplinari. Solo così i PUA potranno davvero operare come snodi in grado di valutare bisogni clinici, funzionali e sociali, e di tradurli in Progetti di Assistenza Individuale (PAI) di qualità.
Centrali Operative Territoriali (COT) e Ospedali di Comunità (OdC) a buon punto, ma con luci e ombre
Le COT hanno raggiunto quasi il target PNRR 2024 (642 su 650 previste), con performance eccellenti in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. Questo è un segnale positivo: le centrali rappresentano il cuore del coordinamento delle emergenze non ospedaliere e della telemedicina territoriale, capaci di decongestionare i pronto soccorso e di garantire risposte tempestive.
Sul fronte degli OdC, invece, si registra un ritardo più marcato: 124 strutture attive su 307 previste, nonostante 428 siano state programmate. Regioni come Calabria, Lazio, Piemonte e Provincia Autonoma di Trento risultano ancora prive di alcun Ospedale di Comunità.
Benché apprezzabile lo sforzo di pianificazione, serve ora un piano di accelerazione per l’allestimento dei posti letto e il reclutamento di personale specializzato. Suggeriamo di istituire task force regionali miste – composte da rappresentanti del Ministero, di AGENAS e delle associazioni di pazienti – per superare gli scogli autorizzativi e infrastrutturali.
Divari da colmare: assistenza domiciliare e cure palliative
La copertura dell’assistenza domiciliare risulta "quasi totale" in molte Regioni, con servizi infermieristici e assistenziali dei medici di medicina generale prevalenti. Tuttavia, nelle regioni meridionali più svantaggiate – tra queste si evidenzia Sicilia, Sardegna, Calabria – permangono aree scoperte, soprattutto in ambito di cure palliative domiciliari.
La domiciliarità è un pilastro etico e clinico per garantire dignità al malato cronico e non autosufficiente. Raccomandiamo l’attivazione di incentivi specifici per i professionisti che operano nelle aree interne e rurali, nonché l’adozione di modelli di teleassistenza avanzata che integrino dispositivi di monitoraggio a distanza.
Disomogeneità territoriali, un vulnus per il principio di uguaglianza
I dati evidenziano un’Italia a “due velocità”: il Centro-Nord avanza speditamente, mentre il Sud resta indietro in tutti gli ambiti (CdC, COT, OdC, domiciliarità). Questa frammentazione è inaccettabile in un sistema che si fonda sul diritto universale alla salute.
Riteniamo indispensabile introdurre meccanismi di solidarietà interregionale più stringenti, sia finanziari sia di supporto tecnico-organizzativo. Ad esempio, regioni con performance eccellenti potrebbero “adottare” territori in ritardo, condividendo buone pratiche e risorse umane attraverso convenzioni agevolate.
Opportunità e responsabilità nei nuovi LEA
L’aggiornamento dei LEA al 2025 apre scenari importanti: nuove prestazioni e servizi, maggiore attenzione alle cronicità e alla presa in carico multidimensionale. Cometa ASMME intende partecipare attivamente alla fase di concertazione, portando la voce dei pazienti con malattie rare e croniche, affinché i testi definitivi del DPCM riflettano non solo standard quantitativi, ma soprattutto criteri di qualità percepita e di esito clinico.
Alcune possibili proposte per arginare le problematiche:
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Indicatori di esito e di esperienza: affiancare agli standard strutturali (numero di CdC, OdC, COT) indicatori che misurino la soddisfazione del paziente, la riduzione delle ospedalizzazioni non programmate e il miglioramento della qualità di vita.
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Formazione continua e certificazione delle équipe: istituire percorsi accreditati per personale infermieristico, sociale e medico coinvolto nei PUA, con focus su malattie metaboliche ereditarie, fragilità anziana e salute mentale.
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Piattaforma nazionale di monitoraggio trasparente: aprire al pubblico i dati di avanzamento LEA in tempo reale, per promuovere accountability e partecipazione civica.
I nuovi LEA e la riforma territoriale rappresentano un’occasione storica per rendere il nostro SSN più vicino al cittadino, integrato e resiliente. Tuttavia, la concretezza degli interventi – dalla piena operatività delle Case della Comunità all’estensione delle cure domiciliari – determinerà il successo o il fallimento di questa trasformazione. Cometa ASMME – Associazione Studio Malattie Metaboliche Ereditarie – si pone come interlocutore propositivo, pronto a collaborare con istituzioni e professionisti per tradurre le buone intenzioni in servizi davvero essenziali e accessibili per tutti.
Fonti: Report_nazionale_II_semestre_2024.pdf
Bozza DPcm lea 19.04.25