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16 Maggio 2013Un male incurabile non si poteva fare nulla per salvarla»
Lo strazio della nonna: «Più soldi alla ricerca, non si può morire ancora per malattie rare». Il parroco: «Dolore immenso per la famiglia ma anche per tutti noi»
BUTTAPIETRA SOTTO CHOC
Un male incurabile la stronca a 7 mesi
«Non si poteva fare nulla per salvarla»
Lo strazio della nonna: «Più soldi alla ricerca, non si può morire ancora per malattie rare». Il parroco: «Dolore immenso per la famiglia ma anche per tutti noi»
BUTTAPIETRA (Verona) — «Devi viverlo un dramma del genere per capire cosa si prova… E’ un dolore immenso, uno strazio indescrivibile… ». Parla alternando lacrime e parole, la nonna della piccola Natalia. Quella che non riesce e non potrebbe mai riuscire a trattenere è la commozione di una nonna che si è appena vista strappare un «angelo di 7 mesi». E’ toccato a lei, la domenica del 12 maggio aprire la porta al figlio Marco e sentirsi dire da quest’ultimo, sotto choc, che il loro «bellissimo angioletto» era appena volato in cielo. Natalia Borotto è stata stroncata da un male incurabile ad appena sette mesi, lasciando nel dolore e nell’incredulità i genitori, i nonni, i parenti e l’intera comunità di Buttapietra.
Nel pomeriggio del 15 maggio, nella chiesa parrocchiale, si ritroveranno tutti alle 15.30 per darle l’ultimo saluto e sarà difficile persino per il parroco trovare le parole da pronunciare sull’altare: «In situazioni del genere le parole giuste da dire non ci sono mai. E’ un dolore immenso per la famiglia ma anche per tutti noi. Conosco bene sia i genitori che i parenti della piccola, si sono prodigati e hanno fatto davvero di tutto in questi mesi difficili per salvarla, ma purtroppo non c’era niente da fare. Era una malattia rara, i medici avevano detto che non c’era nulla da fare». E pensare che, dopo la nascita, Natalia sembrava non accusare alcun problema di salute. «All’inizio stava bene e non presentava nessun disturbo particolare. Poi, improvvisamente, le cose sono cambiate a dicembre e, da quel momento, nulla è più stato quello di prima», spiega la nonna.
E’ a dicembre, infatti, che la bimba viene colpita da una forma di bronchite e, a quel punto, la sottopongono a un vaccino. «Non ci sono certezze che le due cose siano collegate tra loro, fatto sta però che – continua la nonna – dopo quel vaccino la nostra Natalia non è più tornata quella di prima. Improvvisamente ha iniziato a manifestare difficoltà nei movimenti, negli ultimi tempi veniva alimentata soltanto tramite un sondino». Appena la bimba ha cominciato ad accusare quelle complicazioni, i genitori si sono rivolti a un centro specialistico di Milano, dove «le è stata riscontrata una malattia di tipo genetico, legata probabilmente a un’identità di cromosomi tra la mamma e il papà della bimba». Per la coppia si trattava della primogenita, e «a Milano gli esperti hanno subito detto che purtroppo non c’erano cure e non si poteva fare nulla per salvarla». Da allora, per la famiglia, è iniziata un’agonia tremenda, costellata di visite e ricoveri ripetuti. «Non c’è stato nulla da fare, abbiamo tentato l’impossibile… Bisogna investire di più sulla ricerca, non è possibile che nel 2013 non esistano cure perché si tratta di una malattia rara. Non è giusto morire così». A soli sette mesi.