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È ufficiale: sono stati stanziati due milioni di euro per avviare i corsi di formazione del personale tecnico da destinare al progetto di screening delle malattie metaboliche per i neonati pugliesi, circa 42mila l’anno, che sarà accentrato nell’Ospedale Giovanni XXIII dove già da due anni sono stati acquistati i macchinari per gli esami. Lo ha confermato l’assessore regionale alla Salute, Ettore Attolini.
Le malattie metaboliche sono ereditarie e sono circa 450. Geneticamente trasmesse, causano alterazioni del metabolismo. Malattie che possono uccidere i bambini dopo pochi giorni dalla nascita perché compromettono importanti funzioni del corpo umano. Sono 40 le più diffuse e possono essere neutralizzate semplicemente seguendo una dieta o somministrando al neonato un farmaco. Secondo le statistiche, in Puglia si possono salvare circa 50 bambini l’anno. È necessario lo screening per capire le condizioni del neonato. Secondo la scienza, il tempo utile per intervenire, è fra il terzo giorno dalla nascita e il quinto.
L’assessore Attolini ha affermato: «Adesso già assicuriamo gli esami sull’ipotiroidismo e la fenilchetunuria. Subito sarà introdotto lo screening per la fibrosi cistica. Anche per le apparecchiature abbiamo avuto un problema in quanto erano allocate in una sede non a norma e abbiamo dovuto provvedere. Adesso, da circa una quindicina di giorni, il locale è a norma. Siamo pronti a partire, in grado di garantire a breve anche lo screening per la fibrosi cistica, che è obbligatorio per legge. Insomma, entro l’anno si potrà partire e fra un anno saremo a regime per lo screening completo».
I primi finanziamenti, 3 milioni e 961mila euro, furono stanziati per i macchinari già alcuni anni fa: «Con il finanziamento dei Progetti di piano del 2005 – dice Attolini -, divenuto operativo nel 2008, arrivarono i fondi e furono impegnati e spesi per acquistare macchinari e attrezzature. Adesso, sono stati stanziati due milioni per la formazione dei tecnici e dei biologi. Dopo l’avvio degli screening per le prime malattie, si arriverà presto a sette-otto malattie e, a regime, tra un anno, fino a 30». Non solo: anche lo screening per l’iper tiroidismo sarà effettuato nello stesso laboratorio, quindi unificato in quanto finora è stato eseguito nei capoluoghi di provincia e Acquiaviva delle Fonti e San Giovanni Rotondo. Inoltre, è stato definito il pool di medici che dovrà organizzare l’avvio delle inziative utili per il Progetto (Elio Armenise, Luciano Cavallo, Francesco Papadia, Gaetano Petitti e Simonetta Simonetti). Si tratta di una iniziativa che intende portare avanti il progetto di screening anche alla luce dei ritardi che comunque si sono accumulati. Il personale sarà composto da un medico che dirigerà il laboratorio, tre biologi, tre tecnici e due amministrativi. In realtà, il progetto è stato finanziato due anni fa con 3 milioni e 961mila euro, furono acquistati tre macchinari «Tandem massa».
Erano previsti concorsi per 3 biologi, 3 tecnici e 2 collaboratori amministrativi. Purtroppo, ci fu un errore nella procedura e fu bandito il concorso solo per 3 biologi. Inoltre, fu finanziato solo il primo anno del progetto: quindi, furono versati 60mila euro per la formazione di ognuno dei biologi. Formazione in realtà non completata ma ferma alle informazioni di base. In pratica, i biologi non hanno mai toccato i macchinari che non sono stati ancora tarati… Il secondo anno, i biologi rimasero fuori da ogni progetto. Non furono rinnovati i contratti a tempo determinato per l’équipe. Adesso, si deve ripartire.