MALATTIA DI GAUCHER: UN NUOVO TRATTAMENTO TERAPEUTICO
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1 Luglio 2011Bambino Gesù, nuova sede a San Paolo: 40 ambulatori e centro ricerca pediatrico
Nel 2012 il trasferimento parziale. Il direttore scientifico: comprendo diffidenza quartiere, ma impatto sarà positivo |
di Mauro Evangelisti
ROMA – «Quello che stiamo costruendo non è un luna park ma servirà lo stesso a far sorridere migliaia di bambini». E’ il testo del cartello apparso nel grande cantiere proprio accanto alla Basilica di San Paolo. Dimenticate le polemiche perché lo status di territorio del Vaticano ha consentito di evitare la normale selva di autorizzazioni e perché il ritrovamento di reperti archeologici non ha fermato l’opera, lì sta sorgendo una nuova struttura dell’Ospedale Bambino Gesù, con il centro di ricerca pediatrico più grande d’Europa, una sala congressi, ambulatori in cui si faranno un milione di visite all’anno, garage per le auto delle famiglie dei pazienti. In totale, 35 mila metri quadrati. La palazzina di due piani, in via Calzecchi Onesti, aprirà in due tempi. Una parte, quella relativa alla sala congressi e agli ambulatori, sarà inaugurata a metà del 2012. L’altra, quella dedicata alla ricerca, nei primi mesi del 2013. Spiega il direttore scientifico del Bambino Gesù, Bruno Dallapiccola: «Per quanto riguarda la parte ambulatoriale nel centro di San Paolo troveranno posto gli ambulatori per quaranta specializzazioni. Si sposteranno dalla sede storica del Bambino Gesù al Gianicolo. Ogni anno si fanno circa un milione di visite mediche. E non solo per bambini romani. C’è anche un progetto importante per le malattie rare. Ricordiamoci sempre che il 70 per cento delle malattie rare sono pediatriche. L’obiettivo, comunque, è quello di non lasciare soli, senza assistenza, i bambini una volta cresciuti. Anche perché le aspettative di vita per alcune malattie, per fortuna, sono enormemente aumentate, pensiamo alla talassemia o alla fibrosi cistica. E’ importante garantire la continuità assistenziale. In generale va sempre ricordato che la buona ricerca va di pari passo con una buona attività clinica». Altrettanto importante è l’ala riservata alla ricerca, quella che fa dire al Bambino Gesù che a San Paolo nascerà il centro di ricerca pediatrica più grande d’Europa. «C’è il progetto di un istituto dei tessuti, dove si producono cellule staminali, cellule manipolate finalizzate alla terapia». La biologia molecolare farà la parte del leone. Basti pensare a come si agisce di fronte al caso di un bambino con una patologia strana, indefinita. «Analizzando il suo dna e quello dei suoi genitori riusciamo a individuare la causa della malattia. Nell’ultimo anno al Bambino Gesù abbiamo già individuato tre nuovi geni di tre malattie». A San Paolo troveranno posto 200 ricercatori. Va ricordato che ogni anno il Bambino Gesù assicura circa 150 borse di studio. «Abbiamo un’ambizione – ricorda Dallapiccola – Non solo riunire da noi i ricercatori più bravi, non solo dare un’opportunità ai ricercatori giovani più promettenti. Ma anche invertire il flusso: fare in modo che giovani ricercatori stranieri vengano in Italia, utilizzando anche i contatti con i paesi in cui abbiamo delle missioni, in Africa o in Vietnam». Nella sede sul Gianicolo resteranno i reparti e il pronto soccorso, ma con la possibilità di avere più spazi a disposizione. Dal Municipio però ci sono state molto critiche nei confronti dell’operazione del Bambino Gesù. Il presidente dell’XI Municipio, Andrea Catarci, in passato ha anche inviato un esposto alla Procura della Repubblica. I consiglieri regionali Radicali, Berardo e Rossodivita, hanno presentato un’interrogazione. «Comprendo – replica Dallapiccola – la diffidenza del quartiere, ma l’impatto sarà positivo. Ci sarà un garage per ospitare le auto delle famiglie dei pazienti. Coinvolgeremo i bambini della zona in attività formative. Sarà una grande occasione per tutti». E i reperti archeologici ritrovati nel terreno su cui state costruendo? «In realtà abbiamo bonificato. Lì c’era un campo da calcio. E sono state previste zone con pannelli di vetro attraverso i quali sarà possibile vedere i reperti archeologici». |