Malattie Rare: il comitato bioetico per i farmaci orfani
5 Dicembre 2011Malattia di Pompe, Mongini: “Diagnosi precoce fondamentale, anche per le forme tardive”
14 Dicembre 2011Un convegno per presentare gli effetti di un nuovo farmaco per la malattia di pompe
Il Gruppo Italiano per la Glicogenosi Tipo II, coordinato da Antonio Toscano, Corrado Angelini e Tiziana Mongini, ha realizzato uno studio multicentrico non randomizzato a 4 anni su giovani e adulti da Malattia di Pompe, una miopatia metabolica rara che può causare già dai primi mesi di vita, una progressiva debolezza muscolare e cardiomiopatia e che, se non trattata in fase precoce, è causa di disabilità progressiva. I risultati dello studio, definito dal Lancet Neurology uno dei più interessanti del 2011, saranno presentati nel corso del meeting “Malattie Muscolari: percorsi diagnostici e terapeutici” che si terrà il prossimo 7 dicembre presso la sede dell’Università di Bari. L’evento è organizzato da Maria Trojano del Dipartimento di neuroscienze ed organi di senso dell’Università di Bari e da Antonio Toscano del Dipartimento di neuroscienze, scienze psichiatriche ed anestesiologiche AOU Policlinico “G. Martino” di Messina e realizzato grazie al contributo educazionale non condizionato di Genzyme Lo studio, pubblicato nei giorni scorsi su Journal of Neurology, ha dimostrato che la terapia enzimatica sostitutiva con alglucosidasi alfa è ben tollerata e produce risultati apprezzabili, specialmente nelle capacità motorie e respiratorie dei pazienti. L’analisi è stata condotta su 74 pazienti giovani o adulti, affetti da Malattia di Pompe e trattati dai 12 a 54 mesi con terapia enzimatica sostitutiva e si è focalizzata sulla valutazione delle funzioni motorie, respiratorie e cardiache monitorando l’andamento clinico. I risultati più importanti si sono registrati nella capacità motoria mostrando nella maggior parte dei pazienti un miglioramento nella deambulazione, e nella funzione respiratoria evidenziando parametri migliorati o stabilizzati e in alcuni casi, l’interruzione della respirazione assistita o della riduzione delle ore di ventilazione. “Si tratta di una ricerca interessante ed innovativa – spiega il Professor Toscano, uno dei protagonisti di questo lavoro, poiché rappresenta il più ampio studio ad oggi disponibile a livello internazionale su pazienti trattati (ben 74 provenienti da 18 diversi centri italiani). Per la prima volta sono stati valutati pazienti giovani e adulti alcuni dei quali con ridotta deambulazione o costretti alla sedia a rotelle.