Malattia di Pompe, Mongini: “Diagnosi precoce fondamentale, anche per le forme tardive”
14 Dicembre 2011Servizio di screening metabolico neonatale Coletto: «Ci sono problemi, non ritardi»
23 Dicembre 2011Malattie Metaboliche: consiglieri PD, Regione Veneto blocca diagnosi precoce
Da due anni la Regione Veneto non finanzia più il progetto di screening neonatale allargato per le malattie metaboliche ereditarie e ha azzerato il centro di riferimento per la cura di tali patologie che opera da anni presso l’Azienda ospedaliera di Padova grazie ai finanziamenti garantiti dall’associazione dei familiari Cometa Asmme. Lo denunciano i consiglieri regionali del Partito Democratico che, con una interrogazione presentata da Piero Ruzzante, Bruno Pigozzo e Claudio Sinigaglia, chiedono alla Giunta, e in particolare all’assessore alla sanità Bruno Coletto, di spiegare alle famiglie, ai pazienti e ai cittadini veneti perché non sia ancora stata messa in funzione l’apparecchiatura per la spettrometria tandem mass (del valore di circa 400 mila euro) che Cometa Asmme ha donato all’ospedale di Padova. Questa tecnologia consente di diagnosticare, con un semplice prelievo di una goccia di sangue del neonato, l’eventuale presenza di una malattia metabolica ereditaria, all’interno di una gamma di oltre 40 patologie classificate come tali. Ruzzante, Pigozzo e Sinigaglia, che già nei mesi scorsi avevano presentato alla giunta analoghe interrogazioni sul progetto di screening neonatale mai decollato e che doveva essere gestito tra le due aziende ospedaliere di Padova e di Verona, sollecitano la Giunta a fare chiarezza in modo definitivo su tale progetto. In particolare i consiglieri del Pd chiedono di rivedere la scelta adottata nel 2008 che suddivide lo screening neonatale tra Padova e Verona e separa i centri di diagnosi (Padova e Verona) da quelli di cura (ubicati a Padova e a Bassano). “Una scelta – spiegano i tre firmatari dell’atto ispettivo – che determina verosimilmente inutili sprechi di risorse, materiali e umane”. Il continuo rinvio della messa in funzione dello screening allargato ai 50 mila bambini che nascono anno in Veneto – rilevano Ruzzante, Pigozzo e Sinigaglia – e l’eliminazione da gennaio del centro di riferimento per le malattie metaboliche ereditarie che opera a Padova, sotto la direzione del dottor Alberto Burlina, pregiudicano la possibilità di scoprire precocemente la presenza di alterazioni del Dna che determinano l’impossibilità di metabolizzare alcuni tipi di alimenti e mettono quindi a repentaglio le possibilità di sopravvivenza dei soggetti affetti da tali patologie, che ignari del proprio metabolismo alterato vanno incontro a intossicamenti con rischi letali.